Terzo Reich, lo siento

Mentre vado al bar, la mattina
cofani luccicano in sequenza
spettacoli infiniti
mi attendono ogni nuovo sole.
Costose auto luccicano all’alba
ritmo di marciapiede battuto
da umano ancora assonnato
luccicano, infinita pulsazione
mi scuote dentro
luce di laccatura
canyon buio nel mezzo
luce di laccatura
canyon fondo
luce di riflesso
canyon dove
luce di metallo
luce
é tutto se mi fermo.
Mi, continuamente
stringe  da fuori
dolcemente
apre la gole dopo averla chiusa
scioglie il cuore dopo averlo frantumato
in assenza di romantico contorno
assilla ogni mia vista
l’occhio come risucchiato
in un unico, comune
sfondo luminoso.
Il resto evapora
scompare
la sparizione
come non conta?
ancora penso
per poco
lo sento.
Mentitori eterni
con lettere imparate da altri
figurine di scorcio spariscono
al  volto girato
di chi afferra il cencio
dietro tende di vetro grigio.
Non é nascosto
é dentro.
Fischia il craneo
fruscia
come la siepe di Giacomo
tutto il tempo
assilla la luce
frusciano fronde appese
non sai dove
ma un solo suono
accompagna ormai
ogni mio gesto quotidiano.
Chissà se sono sveglia
o il solito crepitio  di sogno storto
comandato da ciò non conosco
l’orecchio ancora sordo al tutto
non ancora appesa
completamente ad altro.

Lo siento, buongiorno.

...

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